Legambiente: “Urgente ripartire dai centri urbani per città sempre più sostenibili con zero consumo di suolo, spazi pedonali, mobilità dolce e a zero missioni, rigenerazione e riqualificazione, efficienza energetica e rinnovabili. Regione e amministrazioni comunali abbiano il coraggio di andare in questa direzione attraverso interventi strutturali e progetti strategici”
La mappa interattiva dei monitoraggi su www.trenoverde.it
Le condizioni atmosferiche favorevoli contribuiscono a ridurre i livelli di smog in città, ma nulla possono contro i decibel elevati: anche a Foligno l’inquinamento acustico raggiunge livelli ben al di sopra di quelli consentiti dalla legge in tre dei quattro punti monitorati. E anche se sembra un problema marginale, l’eccessivo rumore ha conseguenze dirette sul benessere e sulla qualità della vita e sta diventando sempre più una minaccia per la salute pubblica secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità. Per combattere smog e inquinamento acustico occorre un decisivo cambio di passo nel pensare lo sviluppo di una città: per questo Legambiente lancia la sua sfida all’amministrazione comunale di Foligno e delle altre città umbre affinché si avvii una nuova stagione per la mobilità che privilegi il trasporto pubblico locale con più aree pedonali e zone a traffico 30 anche per agevolare la ciclabilità nelle aree urbane, a discapito anche dei rumorosissimi motorini.
È questa la richiesta che arriva dal Treno Verde, la campagna di Legambiente e del Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane – realizzata con la partecipazione del Ministero dell’Ambiente e Tutela del Territorio e del Mare – che oggi chiude la sua tappa a Foligno. I risultati del monitoraggio sono stati presentati questa mattina in conferenza stampa da Alessandra Paciotto, Presidente Legambiente Umbria; Davide Sabbadin, Portavoce Treno Verde e Gianfranco Anzideo, Presidente Legambiente Foligno alla presenza di Emiliano Belmonte, assessore alle politiche ambientali del Comune Foligno e Bruna Di Domenico, Direttore Regionale Umbria di Trenitalia.
Come ogni anno il Treno Verde segue un programma di monitoraggio della qualità dell’aria nelle città italiane per ribadire la necessità che questa diventi una priorità di governo, a scala locale, regionale e nazionale. Le città sono, infatti, il centro della sfida climatica in tutto il mondo, perché è nelle aree urbane che si produce la quota più rilevante di emissioni.
“Non possiamo continuare a condannare i cittadini a vivere in città rumorose e inquinate per diversi mesi all’anno – afferma Davide Sabbadin, portavoce del Treno Verde -. Siamo usciti dai mesi dell’emergenza smog e questo è il momento per pianificare gli interventi e le misure per evitare di rientrarci al prossimo inverno. I contenuti previsti nelle misure antismog devono però essere pensati in maniera diversa e garantire un diverso modo di pianificare gli spazi nelle aree urbane, investimenti nella riqualificazione e nell’innovazione nell’edilizia e nel riscaldamento, sistemi di mobilità innovativi e investimenti sul verde urbano. La sfida non è impossibile, gli strumenti ci sono e qualcuno ha già iniziato a metterli in pratica a dimostrazione che la sfida oggi si può giocare e soprattutto vincere”.
Che lo smog non sia assolutamente da sottovalutare in questa regione lo dimostrano anche dati sui superamenti giornalieri della soglia del Pm10 stabilita dalla normativa. La situazione delle polveri sottili a livello regionale vede le centraline di Terni (Le Grazie) con 28 giorni di superamento nel 2017 su un limite annuale di 35 giorni (nel 2016 la stessa centrale ha segnato 59 superamenti in un anno); anche le centraline ternane di Borgo Rivo (22 giorni di superamento) e Ponte Carrara (17 giorni) sono tra le più alte della regione. Narni scalo ha già raggiunto le 29 giornate mentre a Foligno (centralina di Porta Romana) i superamenti nel 2017 sono stati 7, come a Perugia (Ponte San Giovanni). Undici i superamenti a Città di Castello.
“In questa regione il mezzo privato continua a farla da padrona nella mobilità urbana, con un tasso di motorizzazione che resta tra i più alti d’Italia, con 70 auto ogni cento abitanti – sottolinea Alessandra Paciotto, presidente Legambiente Umbria -. È indispensabile un cambio di passo nelle politiche della mobilità sostenibile, per combattere sia l’inquinamento atmosferico che quello acustico, potenziando il trasporto sul ferro, l’uso dei mezzi pubblici e la mobilità nuova, e rendere così le auto l’ultima delle soluzioni possibili per gli spostamenti dei cittadini. La priorità deve essere quella di indirizzare le risorse verso una riorganizzazione e progettazione della mobilità nel tentativo di ridurre l’uso dei mezzi motorizzati privati a favore del trasporto pubblico locale, della mobilità ciclistica e di quella pedonale”.
Non è da trascurare anche la necessità di limitare l’inquinamento originato dalla combustione domestica della legna, tra i più alti in Italia: è necessario un piano straordinario di informazione ed educazione della popolazione da parte della Regione, e il rapido aggiornamento tecnologico di caldaie, stufe e caminetti a biomassa delle case umbre, che può portare rapidamente al crollo di quella quota parte delle polveri sottili dovuta a combustione. Su questo la regione Lombardia ha fatto da capofila e andrebbe sicuramente seguita.
Un’attenzione a parte merita Terni che detiene la maglia nera per l’inquinamento delle città umbre tanto da collocarsi anche tra le città italiane più inquinate. A Terni serve un piano straordinario di miglioramento della qualità dell’aria, con Autorizzazioni integrate ambientali sempre più severe per i siti produttivi e centrali elettriche.
Legambiente chiede di attuare, a partire proprio dalla città di Foligno, le seguenti proposte: istituire zone a traffico limitato e zone 30, aumentare delle isole pedonali, promuovere l’istituzione di un Mobility manager scolastico e lavorare in tandem con gli istituti per cominciare a razionalizzare gli spostamenti casa/scuola. Va sottolineato che Legambiente negli scorsi anni ha proposto una mappatura per la realizzazione di dieci percorsi ciclabili sicuri adatti alla mobilità lenta. Cogliamo l’occasione per riproporre con forza quel lavoro e chiediamo che a Foligno si adotti il modello di bicipolitana applicato a Pesaro, un modello di successo e adatto alle dimensioni della nostra città. Per ultimo, sia sul fronte dell’inquinamento atmosferico che del rumore va promossa anche la mobilità elettrica che apporta indubbi e decisivi benefici in entrambi i cambi”.
Il monitoraggio del Treno Verde – realizzato grazie alla collaborazione con Valorizza brand di Studio SMA e Gemmlab, Orion, e con il contributo scientifico della Sapienza, del CNR-IIA e dell’Università IUAV di Venezia e realizzato grazie ad una strumentazione portatile che consente di misurare i valori di inquinanti atmosferici (PM10, PM2,5, PM1) e acustici – non vuole sostituirsi ai controlli eseguiti dagli enti preposti, ma fornire un’istantanea, in termini d’inquinamento atmosferico e rumore, su alcuni percorsi all’interno dei quartieri delle nostre città.
Quattro i punti monitorati nella città di Foligno nella giornata del 16 marzo: in via Garibaldi (in pieno centro storico, all’incrocio con via Umberto I); due punti nella porzione nord occidentale della città, presso il parcheggio Plateatico – dove insiste un polo scolastico ed una fermata del trasporto pubblico locale – e su via Firenze all’altezza di via Monte Gargano. Ultimo punto presso la scuola materna di via Trebbia nella porzione orientale della città.
Tre punti su quattro sono risultati fuori dai limiti di legge secondo il piano di zonizzazione acustica della città: il punto di via Garibaldi, che rientra nella terza classe (aree di tipo misto con un limite di 60db), ha raggiunto un LAeq (l’unità di misura per le rilevazioni del rumore ambientale) di 66,3 db; in via Firenze all’altezza di via Monte Gargano, rientrante nella II fascia di rispetto ferroviaria il cui limite assoluto di immissione diurno, in decibel, è per legge pari a 65 db, dove i decibel hanno raggiunto un LAeq pari a 70,2 db; al parcheggio Plateatico, che rientra nella IV classe definita come aree di intensa attività umana con un limite di 65 db, dove il LAeq è stato di 70,8 db.
Per quanto riguarda l’andamento delle polveri sottili c’è da notare come, pur non avendo raggiunto mai concentrazioni particolarmente elevate – in linea con i dati ufficiali della centralina Arpa di Foligno a Porta Romana, le rilevazioni fatte nella zona del centro storico dai tecnici di Legambiente (via Cairoli 26,1 µgr/mc, Corso Cavour 25,8 µgr/mc, Via Pierantoni 26,2 µgr/mc e via Via XX Settembre-Corso Nuovo 31,9 µgr/mc), zone caratterizzate dalla presenza di aree pedonali e ztl, mostrino concentrazioni maggiori rispetto alle zone maggiormente trafficate come via Garibaldi e via Umberto Primo (media oraria rilevata 10 µgr/mc). La spiegazione risiede nella maggior ampiezza delle vie trafficate, che favorisce quindi la dispersione delle polveri sottili ed un maggior ricambio di aria, mentre nelle vie più chiuse e più strette del centro storico, anche se non direttamente trafficate, risentono di un maggior ristagno di aria e di una minor ventilazione, condizioni che favoriscono quindi l’accumulo di tali sostanze inquinanti.
Per la prima volta al centro del monitoraggio scientifico del Treno Verde è stato eseguito anche un monitoraggio sulla qualità dell’ambiente indoor, con particolare attenzione agli ambienti scolastici. Quello dell’inquinamento indoor è un problema oggi sottovalutato. I tecnici di Legambiente, col supporto dell’Istituto sull’Inquinamento Atmosferico del CNR e dell’Università IUAV di Venezia, hanno svolto un monitoraggio indoor presso la scuola d’infanzia Piave dell’Istituto Comprensivo Foligno 2, campionando nei 15 giorni precedenti la tappa del Treno Verde le concentrazioni dei composti organici volatili (VOC) e nelle giornate del 15 e 16 marzo i valori di CO2, temperatura e umidità, in alcuni punti strategici dell’edificio quali aule, mensa e ambienti comuni.
I Composti Organici Volatili (VOC) sono un insieme di sostanze che posso essere emessi da pitture, lacche, pesticidi, prodotti per la pulizia, materiali di costruzione, materiale per ufficio (come adesivi, marcatori, stampanti, fotocopiatrici, ecc.). “Le campagne di monitoraggio che stiamo eseguendo durante le tappe del treno verde – dichiara Lucia Paciucci, dell’Istituto sull’Inquinamento Atmosferico del CNR, mostrano come l’aria all’esterno sia spesso meno inquinata di quella in ambiente confinato, sebbene le concentrazioni siano al di sotto dei limiti di legge. Nella tappa di Foligno i risultati di laboratorio mostrano come le basse concentrazioni rilevate sia in ambiente interno che esterno non debbano destare preoccupazioni. L’unica raccomandazione rimane comunque quella di prestare attenzione ad una adeguata areazione dei locali, visto che negli ambienti confinati passiamo oltre il 90% del nostro tempo”.
Un altro parametro utile a stabilire il comfort ambientale di un ambiente indoor (in questo caso un’aula dell’istituto), è la concentrazione di CO2 che, insieme alla temperatura interna ed all’umidità, determina la qualità dell’aria di un luogo confinato. “La misurazione ha riguardato l’aula di una scuola materna caratterizzata quindi da un basso carico fisiologico, dichiara Luigi Schibuola, docente dell’Università IUAV di Venezia -, tuttavia si assiste ad un progressivo e quasi lineare aumento della concentrazione interna di CO2 che da una condizione prossima a quella dell’ambiente esterno all’inizio arriva a superare il limite di comfort verso le 11.30. Un’apertura di finestra di circa 20 minuti è in grado di riportare il valore di CO2 a quello del primo mattino. I successivi aumenti restano così nell’ambito dell’intervallo del comfort fino al termine della giornata. Le misure evidenziano quindi come un semplice intervento, quale una breve ventilazione naturale a metà giornata, abbia permesso di tenere sotto controllo il ricambio dell’aria viziata”.